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martedì 8 marzo 2011

Rassegna Stampa 'Il Centro'


Asili a domicilio per i piccoli paesi

Mamma e tata: confronto a Nocciano sulla proposta di legge regionale

NOCCIANO. Una proposta di legge regionale per dare il via libera ai micro asili nido a domicilio che possono accogliere fino a 5 neonati. L'iniziativa punta al riconoscimento della nuova figura professionale di educatrici, sul modello nordeuropeo della tata che nella propria casa ogni giorno ospita 5 bebè di mamme lavoratrici che non hanno la possibilità di recarsi al tradizionale asilo. Della figura di assistente domiciliare all'infanzia si è discusso in un convegno organizzato nel castello ducale di Nocciano dal consigliere provinciale Camillo Sborgia, in qualità di presidente della commissione Vigilanza, con l'associazione Domus.  Titolo: «Tagesmutter», termine tedesco che significa mamma di giorno, riferito a un modello di assistenza infantile che si è diffuso negli anni '60 nell'Europa del Nord, per colmare le carenze dell'assistenza statale, garantendo personalizzazione del servizio, flessibilità di orario e assistenza saltuaria. Si tratta di un servizio complementare al nido d'infanzia. Consente alle famiglie di affidare in modo stabile e continuativo i figli alle tate a domicilio, che dopo essere state formate possono lavorare sia autonomamente che collegate a cooperative sociali e onlus.  L'incontro a Nocciano è stato organizzato per far conoscere le opportunità legate a questa figura di operatrice, ancora sconosciuta nella realtà italiana. Si sono succeduti gli interventi del promotore della proposta di legge Carlo Costantini e dell'altro consigliere regionale, Nicoletta Verì, che si è impegnata a portarla avanti.  Ha partecipato il sociologo Luca Di Berardino, referente della Domus, che ha illustrato questo nuovo istituto di assistenza alla famiglia. L'operatrice sociale Valeria Scelsi ha parlato dell'esperienza delle «mamme di giorno» sviluppata in alcune regioni del Nord, come il Trentino. In Alto Adige, l'introduzione di questa figura è inserita nei programmi di più Comuni. Per gli enti locali i micro nidi a domicilio gestiti dalla tate possono rappresentare una risorsa. Inoltre rientrano nei servizi a km 0, cioè una prestazione attuata e sviluppata nel suo contesto originario senza bisogno di grandi spostamenti per usufruirne e senza mobilitazione di risorse pubbliche economiche e ambientali.  «Le politiche di supporto alle famiglie vivono oggi il dramma del contenimento della spesa pubblica», ha detto Sborgia. «Lo sforzo della politica deve essere di fare scelte innovative, nella direzione di una modernità in grado di dare aiuti concreti alle famiglie. Poiché molto difficilmente le donne-mamme con l'attuale crisi economica riescono a trovare lavoro, quelle che un posto ce l'hanno non dovrebbero rischiare di perderlo per seguire i figli nei primi anni di vita. Consideriamo i paesi piccoli, dove un Comune non potrà mai realizzare un asilo non avendo un'utenza sufficiente che possa giustificare la spesa, ma anche nelle realtà più grandi, un servizio come questo sarebbe di un'utilità sociale straordinaria».
                                                                                                                                        di Gabriella Di Lorito