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venerdì 8 aprile 2011

Una baby sitter con referenze da urlo

DI CRISTINA MOSCA

Si chiama Tagesmutter la nuova figura professionale che in Abruzzo nei prossimi mesi potrebbe diventare realtà. Presa in prestito dalla cultura nord europea, non fa altro che trasformare in una possibilità lavorativa quello che molte donne fanno già gratis per le amiche: badare, a casa propria, a più bambini contemporaneamente mentre le mamme sono a lavoro.
“ La Tagesmutter ( in tedesco:mamma di giorno) è in sostanza una tata che lavora nel proprio domicilio – spiega l’educatrice Valeria Scelsi, operante a Pescara –ma in più è un operatore accreditato dalla Regione, e quindi assegnato a famiglie con basso reddito con lo stesso sistema dei “voucher” già utilizzato per i nidi d’infanzia pubblici”. 
Ferma dallo scorso aprile, da alcuni mesi la proposta di legge è tornata sul tavolo di discussione per opera del consigliere regionale Carlo Costantini e del consigliere della provincia di Pescara Camillo Sborgia, e alla fine dello scorso febbraio è stata ripresentata in commissione: all’inizio dell’estate se ne dovrebbe conoscere l’esito. “Nei piccoli centri dell’entroterra, che all’asilo nido comunale non  possono nemmeno pensare – spiega Camillo Sborgia – la figura della Tagesmutter sarebbe un’elastica, economica e valida soluzione per
quelle mamme che non vogliono rinunciare al lavoro”. 
La figura è sia maschile che femminile e dove è già in voga é funzionale, in regioni del Nord Italia come Lombardia, Trento, Val d’Aosta, ma anche in regioni più centrali come l’Emilia Romagna e in Lazio, è anche rafforzata da una rete di supporto nella società a livello pediatrico, psicologico e sociologico. In Abruzzo la proposta di legge è stata presentata a Pescara e a Nocciano, a dicembre e a febbario, in due convegni che hanno visto favorevoli all’iniziativa, tra gli altri, Carlo Costantini, Camillo Sborgia e Nicoletta Verì, presidente della Quinta Commissione.
Carlo Costantini ha anche stimato che si otterrebbero fino a tremila nuovi posti di lavoro, se la legge diventasse realtà. Abituati a troppe sedicenti operatrici per l’infanzia, come ci si potrebbe fidare di una Tagesmutter? 
Semplice: oltre a dover avere come minimo il diploma di scuola secondaria di secondo grado, l’aspirante otterrebbe l’accreditamento della Regione solo dopo un corso di formazione di almeno 250 ore, finanziato dalla comunità europea e corroborato da 60 ore annuali obbligatorie di aggiornamento. La Tagesmutter sarebbe inoltre sottoposta agli stessi monitoraggi, come quelli della Asl, di un asilo nido, e potrebbe ospitare solo fino a 4/5 bambini in ambienti che garantiscano almeno 4 mq per bambino. “Come i primi 30 secondi sono fondamentali nell’impatto con una persona, così le prime esperienze di attaccamento possono condizionare un’intera vita – spiega lo psicoterapeuta Riccardo Bucciarelli – A seconda dello stile del ‘care giver’, cioè di colui che si prende cura del bambino, verrà strutturato un certo tipo di relazione, e questa è visibile già in tenera età: un senso di sicurezza è ben visibile nel bambino che esplora l’ambiente circostante e poi torna dalla mamma, che è certo di ritrovare, mentre un bambino da attaccamento insicuro ha difficoltà ad allontanarsi”.



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